Alternanza Scuola Lavoro: Mediazione, Turismo e Marketing a Rimini

La Testimonianza del nostro tutor Alessandro:

LA COMUNICAZIONE (E LA COMUNITA') TURISTICA, LA CULTURA DELL'ACCOGLIENZA E DELL'INTEGRAZIONE: IL MODELLO RIMINI

Nell’ambito del progetto di alternanza scuola lavoro denominato mediazione (culturale) marketing e turismo, gli alunni delle classi quarte dell’istituto I.I.S. Genzano di Lucania accompagnati dai loro professori e da due tutor del territorio hanno soggiornato a Rimini una settimana partecipando a visite, discussioni sui temi proposti e lavori di gruppo per entrare più a fondo nella realtà turistico sociale della capitale delle vacanze.

Insieme abbiamo sviluppato il titolo del loro progetto di alternanza: che cosa è la mediazione culturale e quanto conta oggi, come funzionano il marketing e le strategie di comunicazione di una moderna e accessibile realtà turistica, come nel turismo ci possa e ci debba essere anche una commistione di temi sociali quali l’integrazione di persone e lavoratori con problematiche di vario tipo e l’integrazione di migranti italiani e stranieri, comunitari ed extracomunitari e delle loro relative comunità.

Mediazione ASL Sale Scuola Viaggi
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Abbiamo visitato la Rimini “antica”, la città romana e medievale, partendo dal Duomo di Leon Battista Alberti, voluto dal l’illuminato signore locale Sigismondo Pandolfo Malatesta, arrivando al visitor centre di “ARimini caput viarum” e al suo bellissimo percorso multimediale, visitando la Domus del chirurgo e  ammirandone i pregevoli mosaici, le attrezzature rinvenute e l’organizzazione di un “moderno” medico di epoca romana.

Nel pomeriggio ci siamo chiesti quali fossero i punti deboli ed i punti di forza della accessibilità a tali monumenti, e quale la comunicazione “turistica” di tutto ciò che abbiamo visitato; i ragazzi hanno partecipato attivamente producendo per gruppi video dimostrativi su tali argomenti

Abbiamo scoperto la realtà della cooperativa centofiori, e delle altre cooperative sociali che collaborano insieme, il nostro “Virgilio”, al secolo il bravissimo Enrico Rotelli, ci ha illuminato su che cosa è una cooperativa sociale, che ruolo svolge, quali funzioni e quali possibilità garantisce nella comunità riminese, accompagnandoci nella visita. Abbiamo parlato di persone con problemi fisici o psicologici e di come poter aiutare questi nell’inserimento nel mondo del lavoro e quindi nella società, e di persone con alle spalle problemi di altro tipo, “errori” di vita, come dipendenze da droghe o alcool o gioco d’azzardo, o periodi di carcerazione, che uscendo dalle loro difficoltà ambiscono a tornare parte partecipante della società, attraverso il lavoro e l’assistenza che possono offrire ad altri ricambiando l’aiuto ricevuto.

Le cooperative sociali sono parte integrante della realtà turistica riminese attraverso i lavori di cui si occupano partecipando ai bandi della amministrazione pubblica, come il mantenimento della pulizia della città, la cura del verde pubblico, la stampa e la grafica, oltre al ruolo sociale vero e proprio.

Interrogati sul confronto tra la realtà riminese e quella lucana, gli alunni hanno preparato una relazione che è stata presentata in sede di conclusione dei lavori.

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L’ultimo incontro è stato previsto con un rappresentante della comunità di pescatori lampedusani di Rimini. Pietro, pescatore della seconda generazione, ci ha raccontato l’esodo degli isolani negli anni settanta, costretti ad emigrare in cerca di fortuna per combattere la povertà delle loro terre,  approdati dapprima sulle coste marchigiane e poi su quella riminese. Il loro arrivo creò, si può dire, la prima vera marineria della città romagnola, una fortuna per la città stessa poiché non esistevano pescatori professionisti in un momento storico in cui si stava sviluppando il fenomeno del turismo di massa. Pietro ci ha raccontato che la comunità lampedusana fu da subito ben accettata dalla popolazione autoctona, proprio in virtù del fatto che apportavano un arricchimento nel settore della pesca. Oggi che i lampedusani tornano generalmente indietro alle loro terre natie, la comunità di pescatori è stata sostituita prontamente dalla componente nord-africana, e soprattutto tunisina, in un ricambio continuo di manovalanza; una manovalanza che oggi riguarda cittadini di ogni parte di Italia ed Europa ed altri paesi e che riguarda l’intero settore terziario del turismo… Questa “continuità” ci dà l’idea di quanto sia e debba essere normale e fondamentale per la nostra società, l’accettazione e l’integrazione dei migranti, di qualunque tipo essi siano, proprio per la ricchezza economico e sociale che apportano o apporteranno nel tempo alle nostre comunità, tema oggi molto caldo e molto sentito a livello nazionale ed europeo, ma anche tema molto vecchio nel ricordo di tanti italiani emigrati da sud a nord o anche all’estero alla ricerca di lavoro e delle comunità stesse di italiani dovutesi integrare nelle nuove e spesso molto diverse realtà.

I ragazzi partecipando con interesse al racconto ed alle discussioni sono stati invitati a fare delle fotografie con appropriato commento proprio sul tema della migrazione ed integrazione, creando un concorso con relativa pubblicazione della fotografia vincente. Il commento migliore, sullo sfondo di una foto in bianco e nero che annacquava i colori dei volti dei pescatori è stato “Non vogliamo che i giovani cambino paese, vogliamo che i giovani cambino il paese”.

Nell’ultimo giorno, prima del pomeriggio dedicato alle conclusioni ed alla consegna, da una parte dei lavori prodotti dai gruppi di alunni, dall’altra alla consegna di valutazioni ed attestati, abbiamo avuto il tempo di visitare il “Museo Degli Sguardi”, un museo di raccolte etnografiche che “vorrebbe avvicinare il proprio pubblico alla dimensione riflessiva della nostra relazione con l’arte degli altri”, di nuovo “noi e gli altri”, anche questa è mediazione culturale e anche marketing e turismo. Bravi ragazzi, che questo progetto possa anche regalarvi nuovi orizzonti. Buona continuazione.

Alessandro Bertini

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